Per convincerlo a portarmi alla Fiera dell’Artigianato di Milano ci vuole un po’.
A me piace sempre.
Nonostante appena entri ti pare di stare in una sauna di quelle svedesi e vorresti tagliare con un coltellino svizzero preso in uno degli stand il maglione di lana che ti pizzica il collo e che fino a poco prima era il tuo migliore amico nella gelida serata milanese.
Nonostante quando esci devi farti una doccia completa e mettere in lavatrice jeans, maglione, sciarpa, giacca e se puoi pure te stessa.
Nonostante il giorno dopo, quando ti sei rimesso lo stesso giaccone dopo una notte all’aria, i colleghi ti chiedono se sei stato in friggitoria.
Nonostante le code che pare che tutti i milanesi abbiano fame allo stesso momento ed esattamente dove hai scelto di fermarti tu.
Nonostante 3 ore di parcheggio costino quanto la cena.
In ogni caso, ci vado sempre e quasi solo per… mangiare. Strano direte voi, non mangi mai. Eh già.
Mi piace l’idea che tutte le culture conosciute durante i viaggi siano sotto lo stesso tetto. Tipo che fai un metro di strada e sei circondata da boccali di birra tedeschi, due e uno dietro di te ti sta rovesciando addosso la sangria, tre e qualcuno cerca di offrirti un assaggio di caviale russo a 28 euro.
Ieri ci siamo dati alla paella. Tra la musica e tutto il resto sembrava di essere in Plaza Mayor a Madrid.
Una cosa che mi ha colpito molto quest’anno sono stati i gruppi che suonavano in giro per la fiera.
Ad un certo punto ho visto lui scattare con passo felino guidato da un ritmo alla Braveheart e ci siamo ritrovati davanti a 4 omoni enormi che suonavano cornamusa e percussioni. La fiera era sparita. Mi mancava un kilt e mi sarei messa a ballare. Ho scoperto poi che erano i Saor Patrol, un gruppo scozzese folkloristico che ha scritto le colonne sonore di film come il Gladiatore, il sopracitato Braveheart e Robin Hood.
Ho anche scoperto che l’anno prossimo inaugureranno il villaggio medievale di Duncarron, vicino ad Edimburgo.
Ops, un altro viaggio da organizzare!
Le Temps des Framboises 